Ecosistemi Sonori

FabLab Dolomiti

Lo scopo di questa installazione è quello di rendere visibile – o meglio udibile – ciò che risulta spesso invisibile al nostro sguardo. Ossia il fatto che la vita è un incessante interagire, spesso inconscio, tra gli elementi che la compongono. Questa rete di relazioni è ciò che l’installazione vuol far riaffiorare per generare in ciascuno di noi un profondo senso di appartenenza. In questa installazione non vi sono spettatori. Ogni persona è parte costitutiva dell’ecosistema sonoro. Azioni consce e inconsce dei soggetti sono la sorgente dell’informazione che si traduce immediatamente in una composizione sonora - metafora dell’ecosistema - che rappresenta la relazione complessa che attraversa e unisce ciascuno di noi. Le persone in scena vengono spogliate della propria individualità e spinte ad apprezzare la natura inevitabilmente sociale del proprio essere e agire. L’installazione vuole così stimolare una presa di coscienza ecologica del soggetto attraverso l’esperienza sonora stimolata dall’ecosistema. Per creare l’ecosistema sonoro vengono utilizzate tecnologie elettroniche e software digitali. Svariati tipi di sensori, posizionati dentro e fuori dello scenario, generano l’informazione che viene trasmessa ai controllori e poi al computer. L’informazione raccolta viene così canalizzata in un sintetizzatore modulare virtuale che la trasforma in una vera e propria composizione musicale. Questa composizione si modifica costantemente in base all’agire delle persone in scena oltre al variare delle condizioni atmosferiche, senza mai replicarsi. I soggetti danno “vita” alla composizione e ne sono quindi i protagonisti indiscussi. L’ecosistema sonoro, infatti, è vivo fintanto che le persone in scena interagiscono. Senza agire, senza interazioni, l’ecosistema scompare e con esso, simbolicamente, anche la vita.

Biografia

Ecosistemi Sonori è un progetto ideato e realizzato nel 2021 da Davide Rizzardi e Alessandro Casol.

Davide Rizzardi, in arte unPluriverso, è un musicista e ricercatore bellunese. Inizia la sua attività artistica con la produzione musicale, che lo accompagna per tutta l’adolescenza sino ad ora. Negli ultimi anni, Davide si è dedicato alla sperimentazione sonora applicandola anche ad altri ambiti artistici, come il cinema e il teatro. Ha così avviato collaborazioni sul territorio, in particolare con SlowMachine, oltre che con prestigiose accademie internazionali come la DFFB di Berlino e Les Fresnoy di Tourcoing, in Francia. Con il nome unPluriverso, nel frattempo, ha continuato incessantemente a comporre musica e a sperimentare con strumenti analogici e digitali, pubblicando nel 2018 un EP intitolato Il Pescatore di Perle (Timeless Records, Bologna) e nel 2020 il micro-disco INTERNO (Microdiscos, Buenos Aires). Attualmente sta lavorando su EX-VOTO, un disco che verrà pubblicato per la ILU Records di Tokyo nei primi mesi del 2022. Al lato dell’attività artistica, Davide si dedica alla ricerca accademica concentrandosi sulla disuguaglianza dello sviluppo a livello globale e sulle cause e conseguenze della crisi ecologica attuale. Svolge attività di ricerca e insegnamento, prevalentemente in Argentina, collaborando anche con importanti istituzioni di ricerca come il CLACSO (Consiglio Latino-Americano di Scienze Sociali). Il suo approccio accademico è fortemente interdisciplinare e ispirato dal pensiero ecologico e critico. Questi strumenti teorici, infatti, sono alla base del concept di Ecosistemi Sonori. In questo progetto l'attività accademica e la sperimentazione sonora si trovano combinate in modo indissolubile.

Alessandro Casol, nato e cresciuto a Belluno, è un musicista, programmatore e compositore specializzato nelle tecniche percussive per chitarra. Dopo il diploma conseguito al Liceo Musicale di Belluno, decide di viaggiare con la sua chitarra in diversi paesi, traendone una forte ispirazione artistica che lo porta alla registrazione dei suoi primi dischi e ai suoi primi concerti come solista. Da sempre sensibile al tema eco-sostenibilità, nel 2018, in seguito alla tempesta Vaia, da inizio al progetto “Belluno Alza La Voce” e al brano “Alziamo La Voce”, che nel 2019 riceve il premio Pelmo D’Oro come simbolo di tutte le iniziative di volontariato post-Vaia. Ha così occasione di partecipare e assistere a diverse conferenze sull’ambiente nei territori colpiti, constatandone la difficile condizione. Nel 2020, complice il lockdown, inizia ad avvicinarsi al mondo dell’informatica, frequentando svariati corsi sui principali linguaggi di programmazione e sull’utilizzo di PLC come Arduino. Queste competenze informatiche sono espresse a pieno nel progetto Ecosistemi Sonori, dove l’informatica si fonde con la sperimentazione sonora per sensibilizzare le persone di fronte alla crisi ecologica.